Le origini
L’Orto botanico d’altura E. Dioli nasce nel contesto del Progetto Europeo Interreg Italia-Svizzera B-ICE & Heritage, con l’obiettivo di valorizzare il territorio della Valmalenco attraverso un uso efficiente e sostenibile delle sue risorse, che contempla una rinnovata sensibilità per la tradizione locale.
In questo contesto, il gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Milano (DISFARM), guidato dalla Prof.ssa Gelsomina Fico, in tre anni di attività ed oltre 400 interviste, ha condotto un’indagine etnobotanica, presso le realtà comunali di Caspoggio, Chiesa in Valmalenco, Lanzada, Spriana e Torre di Santa Maria.
Nasce così l’Orto botanico, un museo a cielo aperto della cultura popolare, il cui legame uomo-ambiente -tradizioni viene fissato nel tempo e nello spazio.
Nel tempo, quello dei ricordi, della tradizione legata alle piante, che si usavano o ancora si usano per la cura della salute umana e degli animali, nella cosmesi, per la creazione di manufatti, a fine rituale o magico scaramantico, a fine ludico e altro ancora.
Nello spazio, perché queste piante, che da lungo tempo accompagnano i malenchi nella quotidianità, sono rinvenibili in un unico luogo, celebrate per il loro valore, silenziose compagne di viaggio dell’uomo, che ha imparato a riconoscerne le potenzialità benefiche, ma anche i pericoli.